Il sorriso è a metà, nelle previsioni su settembre su turismo, per gli albergatori di Cagliari e del sud della Sardegna che segnano negli elenchi più stranieri che italiani. L’ancora di salvezza arriva ancora una volta dall’estero, dal resto dell’Italia latitano chiamate e prenotazioni. L’analisi, in tempo reale visto che ormai manca una settimana al mese di chiusura della stagione estiva 2025, arriva da Fausto Mura, presidente di Federalberghi Sud Sardegna: “I numeri buoni arrivano con i turisti stranieri, mancano i vacanzieri italiani. Pagano bene alcuni eventi sportivi e culturali in programma, la prospettiva è buona ma non basta. A luglio si è concretizzato il calo e, ad agosto, c’è stata una ripresa”. Insomma, effetto yo-yo, c’è ben poco da esultare. Soprattutto guardando all’intera regione: “Qui al sud il turismo è low cost, fatto di vacanze che si sono accorciate e di una capacità di spendita ridotta. Cagliari, poi, non ha le ‘punte’ estive di Olbia. Non atterrano nemmeno i jet internaionali, mentre a Olbia ancora ancora non sanno dove metterli”.
Cagliari, gli stranieri non bastano a salvare il turismo sempre più “low cost”
Troppa disparità per i 3 mesi estivi. E allora, che fare, comunque, in generale, per cambiare la “rotta low” di Cagliari? “Puntare anche sugli altri mesi, quelli dell’autunno e dell’interno. Gli eventi importanti, non solo musicali ma anche culturali o economici, vanno organizzaati tra ottobre e aprile”, suggerisce Mura. “A Cagliari”, rimarca, “si sta ormai veicolando un tipo di vacanza e turismo low cost, viste le potenzialità del territorio è comunque un peccato”.
Anche perchè significa, in parole semplici, avere una clientela turistica con capacità di spesa bene andando media, non certo alta come in altre parti dell’Isola. E al differenza, anche in questa estate 2025 già “evaporata” per due terzi, si è vista e, a livello economico, si è sentita al pari di una forte maestralata. Non si può fare altro che studiare nuove strategie per migliorare sin dall’anno prossimo.