I bagnini del Poetto di Cagliari che fanno parte del servizio imbastito dal Comune non riceveranno nessuno stipendio ma “solo” rimborsi. La colpa, però, va cercata a Roma.
Durante quest’estate hanno offerto un servizio costante di vigilanza in spiaggia, lavorando anche 30 ore settimanali. Eppure, i numerosi bagnini del servizio comunale di Cagliari di salvamento a mare sono inquadrati come “soci volontari” dell’ente del terzo settore Onlus vincitore dell’appalto: per loro dunque nessuno stipendio, ma solo un rimborso spese di 660/680 euro.
I bagnini del Poetto di Cagliari “volontari”, niente stipendio
Una situazione, riguardante l’inquadramento retributivo dei tantissimi giovani che prestano un prezioso supporto ai bagnanti, oggetto di attenzione di un’interrogazione presentata dal consigliere dei Progressisti Matteo Massa. “Nel capitolato era prevista l’applicazione del Contratto Collettivo Nazionale del lavoro, ma a questo obbligo c’è stata una deroga visto che sitratta di una società non a scopo di lucro. Si tratta di personale volontario non contrattualizzato che dunque non percepisce un vero salario”.
Come spiegato dal sindaco Massimo Zedda, “è il Consiglio di Stato che ha stabilito come anche le associazioni di volontariato, nel rispetto delle normative, non siano escluse dalle gare di appalto; pur non essendo a scopo di lucro, queste sono ritenute operatori economici e prestatori di servizi”.
“Esistono delle sentenze che stabiliscono come non si possa definire congrua un’offerta in cui il lavoro non è pagato”, la risposta del consigliere Massa. “Se si tratta di volontari, a che cosa servono le risorse comunali messe a disposizione? In futuro farò un’interrogazione per istituire una piazza per questi volontari”.