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Cagliari, la mamma di Valentina Greco: “È in ospedale, spero che dopo torni a casa nostra”

Roberta Murru ha sentito la figlia in Tunisia: “Vorrei che venisse qui per riprendersi al meglio”. Ed ecco le novità sul “mistero” dell’armadio
Paolo Rapeanu

Ora che il peggio è passato, da Cagliari la mamma di Valentina Greco ha solo un desiderio: “Mia figlia è in ospedale in Tunisia, dopo spero che torni qui a casa nostra per riprendersi e per stare meglio”. Roberta Murru ha avuto modo di sentire la sua “bambina”, la cooperante 42enne scomparsa per 10 giorni e ritrovata, svenuta, dentro il suo armadio di casa.

Cagliari, la mamma di Valentina Greco: “Nessun mistero dell’armadio”

C’è chi ha contestato il lungo lasso di tempo nel quale la ragazza sarebbe rimasta lì senza bere, mangiare e senza medicinali. Ma la mamma è sicura: Mmagari non è rimasta lì per tutti i 10 giorni, ricordo che i primi due che non l’ho sentita ero tranquilla perchè mi aveva detto che aveva un problema con il suo telefonino. Quindi, potrebbe essere rimasta lì molti meno giorni di quanto si possa pensare”. Una versione un filo più plausibile, insomma, oltre che logica. Poi, mai dire mai, saranno le indagini ad accertare anche questo dettaglio, come tanti altri.

“La cosa importante è che la mia Valentina stia bene, l’ho sentita”, dice, emozionata, da Cagliari, la mamma di Valentina Greco. La stavano idratando e curando all’ospedale, il console onorario dell’Italia in Tunisia la stava visitando e mi ha subito fatto parlare con lei”, prosegue la madre della Greco. “Presto sarò da lei. Domani stesso andrò a sbrigare le pratiche per il passaporto e poi prenderò il primo volo disponibile. Mio figlio Alessio è rimasto bloccato a Malpensa, partirà solo all’una di notte”.

Piccoli disguidi, che fortunatamente non minano per niente la grinta di Roberta Murru: “Ciò che è importante per me, ora, è vedere mia figlia, stare e parlare con lei eo convincerla a tornare, almeno per un periodo, a Cagliari, dove sa già che avrà tutta l’assistenza e l’aiuto di cui ha bisogno per riprendersi da questa brutta esperienza”. Ormai, insomma, indagini delle forze dell’ordine tunisine a parte – con i poliziotti alle prese, acnhe, con l’identificazione del presunto uomo delle avances e del pilota di aerei covertito al Sufi – c’è una famiglia intera di cagliaritani che spera di gettarsi alle spalle, quanto prima, un brutto e difficile periodo”.


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