Seguici

Per ricevere gli aggiornamenti di Cagliari News nella tua casella di posta, inserisci la tua e-mail nel campo sottostante.

Premendo il pulsante Iscriviti, confermi di aver letto e di accettare la nostra Informativa sulla privacy

Finti part time, contratti in nero e ricatti: gli sos di 70mila lavoratori “turistici” sardi

Paghe bassissime turni di lavoro allungati quasi del doppio e minacce: nel 2025 funziona ancora così
Paolo Rapeanu

Part time lavorati quasi il doppio, cioè come full time, contratti in nero determinati, quindi da fame, direttamente mai firmati: succede in Sardegna.

Redditi esigui, finti part-time, sfruttamento e lavoro nero: non se la passano bene i lavoratori e le lavoratrici di un settore strategico per la Sardegna, che conta oltre settantamila occupati, per la maggior parte stagionali o tempo determinato.

Lo denuncia la Filcams Cgil, che lancia la campagna di sensibilizzazione “Il turismo è lavoro”, articolata in 32 tappe nelle località turistiche.

Fino al 30 settembre delegati e delegate viaggeranno sul Camper dei Diritti per dare risposte e informazioni direttamente nei luoghi dove si lavora.

Dai finti part time ai contratti in nero in Sardegna


“Per noi è importante essere presenti laddove lavoratori e lavoratrici sono spesso esposti a ricatti e sfruttamento”, spiega la segretaria Filcams Cgil Nella Milazzo, sottolineando che è necessario un radicale cambiamento, in primo luogo delle imprese.

L’ultimo rapporto dell’Ispettorato del Lavoro certifica che nel 2024 il tasso di irregolarità riscontrato nelle ispezioni fatte in Sardegna (1.141) è stato del 55,2%.

Fra quelle più rilevanti c’è una larga diffusione del nero, le violazioni degli orari di lavoro e quelle relative alle norme di salute e sicurezza.

A questo si aggiunge la debolezza di un settore in cui dilagano precarietà e sfruttamento. “Si lavora 60 ore alla settimana spesso con finti part time in nero o con forme di lavoro grigio che nascondono illeciti e abusi“.

Secondo ii dati Inps disponibili, i lavoratori dei servizi di alloggio e ristorazione sono 73589, oltre la metà ha contratto part time, il 72,4% a termine.

Retribuzione media: 9910 euro all’anno, poco più della metà di quella media regionale nel privato, 17642 euro, nettamente inferiore alla media nazionale di 23622 euro.

LEGGI ANCHE: Cagliari, emergenza contratti pirata nella ristorazione: “Danneggiano anche gli imprenditori seri”

Parte proprio da questi numeri la necessità di promuovere campagne di sensibilizzazione come “Il turismo è lavoro”,

L’obbiettivo di dare visibilità al settore e far capire che tanta parte di una bella vacanza è merito proprio di chi opera dietro le quinte, delle tante professionalità alle quali però, troppo spesso, non solo non viene riconosciuto alcun merito ma nemmeno alcun diritto.

Una giungla alla quale il sindacato si ribella e per farlo va nei luoghi dove questi illeciti si verificano.

Per dire che la qualità del lavoro sostanzia la qualità del turismo e che le comunità devono essere protagoniste e non sfruttate.

“Chi riduce i costi del lavoro pensando solo ad aumentare i profitti rovina la stessa immagine della Sardegna, rende un cattivo servizio all’intero settore e alle tante imprese che operano nella legalità”.


Per la Filcams invece, per far crescere il turismo, anche a vantaggio delle stesse imprese, il lavoro deve essere di qualità, stabile, regolare.

“Chi li trasforma in lavoretti senza dignità non è degno di operare nella filiera turistica” denuncia Nella Milazzo.

Per ricevere gli aggiornamenti di Cagliari News nella tua casella di posta, inserisci la tua e-mail nel campo sottostante.

Premendo il pulsante Iscriviti, confermi di aver letto e di accettare la nostra Informativa sulla privacy