Siliqua, marocchina costretta a restituire il reddito di cittadinanza: “Ma ne aveva pieno diritto”
Siliqua, marocchina costretta a restituire il reddito di cittadinanza: “Ma ne aveva pieno diritto”. I settemila euro intascati col reddito di cittadinanza? “Erano soldi che le spettavano”. Peccato che oggi una marocchina residente a Siliqua, Khadija El Kassouari, 44 anni, abbia scoperto che non doveva rendere nemmeno un centesimo. Il pm Gilberto Ganassi, al termine di una lunga vicenda giudiziaria, ha chiesto l’assoluzione della donna: nessuna truffa allo Stato, nessuna appropriazione indebita di soldi. La donna è stata tutelata dagli avvocati Corrado Podda e Damiano Mari, entrambi del foro di Cagliari. Tutto inizia nel 2020: la donna va al Caf di Siliqua per farsi fare l’Isee per l’iscrizione del figlio a scuola. Gli impiegati la informano sulla possibilità di ottenere il reddito di cittadinanza: “Lei rientra nei parametri”. E la El Kassouari firma le carte e inizia a incassare.
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Un anno dopo la Guardia di Finanza fa un controllo sull’attività del marito, rivenditore di ferro: “Fatturati 78mila euro in due anni, andava invece calcolato il guadagno finale”, spiegano gli avvocati della donna. “Ecco perchè, sin da subito, l’assistita è risultata nei parametri per avere il reddito di cittadinanza”. La beffa ulteriore? La marocchina ha versato, alla fine, 9200 euro all’Inps una cifra addirittura superiore rispetto a quella ottenuta col reddito di cittadinanza. Spetterà ora a lei decidere se fare ricorso e riottenere il denaro restituito per un errore non suo.