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Uta, nel carcere fioccano aggressioni e minacce: “Mancano 70 poliziotti”

Decine di agenti costretti a seguire i detenuti, bisognosi di cure, dai medici e negli ospedali: i numeri choc snocciolati da Cireddu e Lai della Uil Pa
Paolo Rapeanu

Uta, nel carcere fioccano aggressioni e minacce: “Mancano 70 poliziotti”

Uta, nel carcere fioccano aggressioni e minacce: “Mancano 70 poliziotti”. Ogni giorno decine di agenti del carcere di Uta vedono celle e corridoi col binocolo, perché impegnati nel piantonamento di detenuti malati o bisognosi di cure negli ospedali. Nel penitenziario non arrivano rinforzi e la beffa è presto servita: “Manca la sicurezza”. È questa una delle grida principali lanciate da Michele Cireddu, segretario generale della Uil Pa, nel corso di un vertice urgente che si è svolto in prefettura a Cagliari: presenti anche il prefetto, il provveditore e il direttore del principale carcere della Sardegna. “Accogliendo con prontezza le istanze presentate dalla nostra organizzazione sindacale, il Prefetto ha dimostrato grande sensibilità e attenzione, convocando urgentemente un tavolo di confronto specifico. Questo vertice ha avuto l’obbiettivo di affrontare concretamente l’emergenza che attanaglia la casa circondariale di Uta, non solo a causa della cronica carenza organica, ma anche e soprattutto per il numero esorbitante di piantonamenti esterni di detenuti in luoghi di cura”.

I piantonamenti

“Attualmente, si registrano costantemente 5 piantonamenti in contemporanea, con punte che arrivano a 7”, denuncia Cireddu. “Questo significa che, ogni giorno, tra le i sessanta i settanta agenti penitenziari sono impiegati in servizi esterni, sottraendole alle già esigue risorse interne. Una situazione insostenibile che sguarnisce i presidi di sicurezza vitali del carcere e, al contempo, espone i nostri operatori a rischi concreti negli ospedali, perché costretti ad operare in numero insufficiente in contesti operativi impossibili”.

Il comitato

Durante i lavori del Comitato, la Uil Pa ha ribadito con forza “la necessità di accelerare il sopralluogo nel repartino ospedaliero interno, previsto per l’11 luglio, con la conseguente e immediata consegna della struttura all’amministrazione penitenziaria. Parallelamente, abbiamo richiesto l’elaborazione e l’attuazione di un piano operativo straordinario per fronteggiare quella che abbiamo definito senza mezzi termini l’emergenza Uta. Non è più accettabile che la sicurezza interna del carcere e l’incolumità dei nostri agenti siano compromesse da una gestione emergenziale di tali proporzioni. Il prefetto, constatando che l’emergenza dei numeri è assolutamente meritevole di attenzione, ha assicurato un immediato intervento e si è riservato di comunicare costantemente gli sviluppi rispetto la propria azione. La Uil Pa polizia penitenziaria della Sardegna continuerà a vigilare affinché le promesse si trasformino in azioni concrete e tempestive, a tutela della sicurezza degli operatori e dell’intera collettività”.

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