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Tragedia a Uta, Sandro Arzu si toglie la vita in carcere

Era stato arrestato qualche giorno fa a Cagliari dopo una lunga latitanza
La Redazione

Suicidio a Uta, l’ex latitante Sandro Arzu si toglie la vita in carcere

Suicidio a Uta, Sandro Arzu si toglie la vita in carcere. Una nuova tragedia scuote la Casa Circondariale di Cagliari-Uta. Nella notte, Sandro Arzu, detenuto da circa tre settimane, si è tolto la vita all’interno della struttura penitenziaria. Inutili i tentativi di rianimazione da parte del personale sanitario, prontamente intervenuto dopo l’allarme lanciato dagli agenti di polizia penitenziaria.

A darne notizia è Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, che ha espresso profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia dell’uomo. «Sgomento e dolore nella casa circondariale – ha dichiarato – per un epilogo drammatico che riporta all’attenzione il tema della fragilità psicologica delle persone detenute e della necessità di un monitoraggio attento, soprattutto nei primi giorni di carcerazione».

L’episodio riaccende i riflettori sulle condizioni del sistema penitenziario e sull’efficacia delle misure di prevenzione del suicidio, in particolare per chi si trova in una fase delicata come l’ingresso in carcere. Il caso di Arzu – seppur ancora in attesa di chiarimenti ufficiali sulle circostanze del gesto – solleva interrogativi anche sul supporto psicologico disponibile nei penitenziari e sulle condizioni di detenzione che possono contribuire a situazioni di estremo disagio.

L’associazione “Socialismo Diritti Riforme”

L’associazione “Socialismo Diritti Riforme” da tempo denuncia le criticità presenti nel sistema carcerario sardo, chiedendo interventi concreti per garantire la tutela della salute mentale dei detenuti, una maggiore presenza di personale specializzato e l’adozione di protocolli più rigorosi nei casi a rischio.

«Non si può continuare a morire di carcere – ha aggiunto Caligaris –. È indispensabile affrontare il problema con serietà e responsabilità, mettendo al centro la dignità della persona, anche quando si trova ristretta». Ora si attende l’esito degli accertamenti per ricostruire con precisione la dinamica dei fatti e fare piena luce su quanto accaduto.

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