L’omaggio in piazza Maidan in Ucraina a Manuel Mameli.
Il corpo di Manuel Mameli in Ucraina non è stato ancora recuperato e ciò provoca, nei suoi cari, la flebile speranza che sia vivo. Ma sono tante e qualificate le testimonianze che lo danno per morto dal 18 maggio scorso. KIev ha deciso di rendergli onore con tanto di foto nell’aiuola centrale di piazza Maidan. E online, in particolare su gruppi Telegram dove vengono messe le foto dei caduti con a contorno la parola “mercenari”. Ciò che spicca è la facilità con le quali vengano trovate anche le immagini del 25enne di Selargius e varie info: è arrivato in Ucraina a novembre e, subito, si era arruolato nella Legione Internazionale.
Un utente che potrebbe essere chissà chi e scrivere da qualunque parte del mondo lo appella come “nazista” perché indossava al collo, oltre a una visibilissima croce, anche quello che è un simbolo molto in voga nel periodo in cui la Germania spadroneggiava in Europa. È intervenuto quasi subito, nella discussione pubblica, un ragazzo che ha messo su Telegram il seguente nome: Matteo Mameli. E precisa: “Sono il cugino di Manuel”. E racconta: “Proprio lui non era nazista. Il suo battaglione sì ma lui no”, prosegue, affermando di essere “pro Russia”. E va avanti: “Non sto piangendo. Lo avevo avvertito del pericolo e non mi ha ascoltato”.
Intanto, padre madre e sorella attendono di poter riavere il corpo del proprio caro per avere una tomba sulla quale piangerlo. Chissà, però, se quel giorno arriverà. Il punto dove è morto il sardo, infatti, è sotto controllo russo da un bel po’ di tempo. E per chi è segnato come mercenario e non “semplice” soldato, non valgono le stesse regole di guerra.