La paura dell’acqua è legata alle alluvioni, sino a quando è pioggia ben venga. Ma sulla Sardegna, dal cielo è piovuto ben poco negli ultimi mesi e l’estate che presto avvolgerà tutta la regione si prevede ancora più dura sul fronte della lotta agli incendi. Ma la Protezione Civile regionale è già ben equipaggiata e, soprattutto, ha sconfitto ogni singolo rogo nella lunga stagione estiva dell’anno scorso anche nelle zone rimaste più a secco. Mauro Merella, direttore generale, conosce la macchina degli interventi e dei soccorsi da un bel po’ di anni e la sa guidare decisamente bene. Ecco perchè, di base, prevale la tranquillità unita alla consapevolezza che, con un robusto piano antincendi già approvato dalla Regione, ogni giorno sarà una battaglia ma le armi saranno tutt’altro che spuntate. E un antipasto, per quanto simulato, di emergenza incendi, la Sardegna lo vivrà nel suo cuore più profondo con le esercitazioni in programma dal 7 all11 aprile.
Sei stati europei mandano i propri esperti qui nell’Isola per apprendere anche nuove tecniche di difesa del territorio.
Sì. Per la prima volta ospitiamo un esercitazione di questo livello. Siamo noi ad avere allestito il campo da gioco, poi gli stati eserciteranno con sei moduli. Tutto ciò è molto importante per la regione, per una crescita del sistema provinciale.
E in vista dell’estate 2025? Ogni rogo porta paura tra la popolazione, tutti sperano in voi…
E noi ci siamo pronti ad affrontare ogni emergenza in un’ottica multigestionale. Abbiamo già affrontato e siamo stati d’aiuto durante alluvioni, nel periodo del Covid e per l’Ucraina. Siccità? Il nostro sarà un sistema di interventi a tutto campo.
E come? Tra l’altro, anche l’anno scorso si è fatta sentire la piaga delle pochissime piogge sulla Sardegna…
Le problematiche maggiori le avevamo vissute sulla fascia orientale, quest’anno su quella occidentale e del Sassarese. Il piano antincendi approvato da gennaio, in largo anticipo, ci ha consentito di organizzarci al meglio anche e soprattutto con quei Comuni alla prese con la crisi idrica.
Insomma, la macchina è pronta, la vedremo all’opera. Tornando all’esercitazione europea, che messaggio sperate che passi?
Questo è un test molto importante per la nostra regione, si va a testare la capacità di accoglienza dei moduli europei ma è anche lo spunto per fare partire un modulo sardo che può dare supporto in caso di chiamata per gli interventi”.