La partita delle indagini sulla fine di Manuela Murgia ĆØ ufficialmente riaperta da poco più di una settimana. Le forze dell’ordine lavorano, naturalmente, nell’ombra, tra ricerche di conferme e verifiche che possano portare a scrivere u finale diverso da quello, da sempre rifiutato dalla famiglia della sedicenne, del suicidio. A distanza di 30 anni, nulla può essere dato per scontato. E, aiutati dai loro legali (Bachisio Mele, Giulia Lai e Maria Filomena Marras) il fratello Gioele e le sorelle Anna e Elisabetta lanciano un appello chiarissimo con, a contorno, cinque domande quanto mai fondametali. Eccole, di seguito.
"š¾šš šš¼, šš¼ššš! Manuela Murgia aveva solo 16 anni. Ha sofferto tanto, ha subito violenza, ed ĆØ morta senza giustizia. Non possiamo permettere che la sua storia venga dimenticata. Qualcuno sa cosa le ĆØ successo. Qualcuno ha visto. Qualcuno ha paura di parlare.
Con chi era quella mattina?
Con chi ĆØ salita in macchina?
Dove ha mangiato il semolino? Con chi?
In quale casa ĆØ stata portata Manuela?
Nessun vicino ha visto qualcosa?
Sappiamo che tante persone sanno e non parlano. Per paura, per omertĆ , per chissĆ quale motivo. Ma tenere questo segreto significa essere complici.
Manuela ha subito violenza. Ha sofferto troppo. Ć morta senza colpe, ma chi sa e tace ĆØ colpevole.
Se avete visto o sentito qualcosa, parlate. Anche in modo anonimo. Scrivete alla nostra mail giustiziapermanuelamurgia@gmail.com, agli avvocati, alla procura, a chiunque vogliate. Ma fatelo.
Manuela aveva solo 16 anni. Poteva essere vostra figlia. Vostra sorella. Vostra amica. Oggi ĆØ lei, domani potrebbe essere qualcun altro. Rompiamo il silenzio".