Dalla Giunta comunale di Quartu Sant’Elena è arrivata la delibera che sembra sancire la fine del contenzioso, lungo oltre dieci anni, tra l’amministrazione e il Cagliari Calcio, in seguito ai fatti legati allo stadio Is Arenas, la cui convenzione risale al 2012. Così, alla sentenza del Tribunale di Cagliari, il Comune quartese dice sì alla proposta fatta dalla società rossoblù: 350mila euro di risarcimento a proprio favore, insieme al diritto di ritenersi proprietario di tutte le opere realizzate dalla società rossoblù.
Nel maggio 2012 la convenzione tra Comune di Quartu Sant’Elena e Cagliari Calcio per la concessione dell’impianto Is Arenas alla società rossoblù. Poi il ricorso presentato dall’spa per “l’accertamento dell’intervenuta risoluzione per grave inadempimento del Comune”. Da qui l’opposizione da parte dell’amministrazione comunale, difesa dall’avvocato Enrico Salone, e la palla passa al Tribunale Ordinario. Nel 2018, da una parte, il Cagliari Calcio insiste sulla risoluzione della convenzione “per grave inadempimento del Comune”, insieme a un risarcimento dei danni subiti stimato in oltre 12 milioni di euro; dall’altra parte, il legale della difesa del Comune insiste su una stima di danni, arrecati alla pista d’atletica e al campo da calcio, pari a 700mila euro.
Una lunga battaglia legale tra le due parti, sino a quando il Tribunale Ordinario di Cagliari non ha suggerito alle due parti una soluzione condivisa alla vertenza. Che arriva così: il Cagliari Calcio si impegna a corrispondere al Comune di Quartu 350mila euro di risarcimento in 24 rate mensili, riconoscendo inoltre all’amministrazione comunale quartese di ritenersi proprietaria delle opere di miglioramento eseguite nell’impianto; dall’altra parte, il Comune rinuncia a qualunque altro risarcimento danni “per il mancato godimento dell’impianto e per il pregiudizio d’immagine subito”. Si avvicina sempre di più, quindi, il momento del restyling di Is Arenas, con Quartu che potrà riavere un campo da calcio-stadio dopo tanti anni di assenza e polemiche.