Sono stati presentati quattordici progetti di centrali eoliche offshore per il mare della Sardegna meridionale, di cui dodici predisposti e depositati presso gli uffici della Capitaneria di Porto di Cagliari. Lāobiettivo ĆØ ottenere le relative concessioni demaniali marittime e due di questi (progetto Sardegna 1 e progetto Sardegna 2, della societĆ abruzzese Renexia s.p.a., del Gruppo Toto Holding), hanno affrontato direttamente la procedura di scoping per individuare i contenuti dello studio di impatto ambientale necessario per la procedura di valutazione dāimpatto ambientale (V.I.A.).
āBen 540 ātorriā eoliche davanti alle coste della Sardegna meridionaleā, dichiara Stefano Deliperi del Gruppo dāintervento giuridico, ānel Golfo di Cagliari, più ātorriā eoliche che d che delfini.
Sono almeno ventidue i progetti di centrali eoliche offshore presentati nei mari sardi, di cui venti con richiesta di concessione demaniale marittima, pur in assenza di procedure di valutazione ambientale di alcun genere e con altrettanti atti di opposizione presentati con successo dal Gruppo dāIntervento Giuridico, tanto da non far rilasciare gli atti concessori.
Complessivamente ben 1.123 ātorriā eoliche per una potenza di Mw 18.428 (dei quali 15.270 Mw collegati al sistema elettrico isolano e altri 3.158 Mw collegati al sistema elettrico peninsulare), cioĆØ tre volte tanto lāaumento di potenza da energie rinnovabili richiesto alla Sardegna dal D.M. 21 giugno 2024 (Disciplina per l'individuazione di superfici e aree idonee per l'installazione di impianti a fonti rinnovabili).
āSintomo palese di una vergognosa assenza di pianificazione energetica e ambientale degne di questo nome, sintomo di un disastro ambientale, economico-sociale (basti pensare alla ricadute negative su turismo, pesca, agricoltura) e identitarioā, continua Deliperi.
La Soprintendenza speciale per il Pnrr, dopo approfondite valutazioni, ha evidenziato in modo chiaro e netto: ānella regione Sardegna ĆØ in atto una complessiva azione per la realizzazione di nuovi impianti da fonte rinnovabile (fotovoltaica/agrivoltaica, eolico onshore ed offshore) tale da superare giĆ oggi di ben 7 volte quanto previsto come obiettivo da raggiungersi al 2030 sulla base del FF55, tanto da prefigurarsi la sostanziale sostituzione del patrimonio culturale e del paesaggio con impianti di taglia industriale per la produzione di energia elettrica oltre il fabbisogno regionale previstoā.
āQuesto ĆØ il frutto di unāassenza completa di qualsiasi decente pianificazioneā, prosegue Deliperi, āil Far West che tanto piace agli speculatori energetici e ai fiancheggiatori dellāambientalmente corretto. Unāoverdose di energia che non potrebbe esser consumata sullāIsola (che giĆ oggi ha circa il 38% di energia prodotta in più rispetto al proprio fabbisogno), non potrebbe esser trasportata verso la Penisola (quando entrerĆ in funzione il Thyrrenian Link la potenza complessiva dei tre cavidotti sarĆ di circa 2 mila MW), non potrebbe esser conservata (a oggi gli impianti di conservazione approvati sono molto pochi e di potenza estremamente contenuta). Significa energia che dovrĆ esser pagata dal Gestore unico della Rete (cioĆØ, soldi che usciranno dalle tasse dei contribuenti)ā, e conclude, āGli unici che guadagneranno in ogni caso saranno le societĆ energetiche, lāenergia viene pagata pur non utilizzata e i costi del dispacciamento sono scaricati sulle bollette degli Italianiā.
 
			 
				 
				 
				 
							 
													 
										 
									 
										 
									 
										 
									 
										 
									 
										 
									 
										