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A Cagliari tramonta l’era dei ricci, solo due postazioni aperte e in ritardo a Su Siccu

Agli atti figurano solo un paio di ok definitivi, da parte del Comune, con la stagione già iniziata da diverse settimane. Nella pineta non si notano accampamenti di clienti desiderosi di gustare la prelibata polpa, segno forse di una moda in declino. Michele Puddu, storico ricciaio: “Lavorare sino al 5 maggio non ci basta per rientrare nelle spese, chiederemo una proroga delle concessioni”
La Redazione

Due postazioni approvate in via definitiva, con tanto di pubblicazione sul sito ufficiale del Comune di Cagliari, una terza forse in arrivo. Forse. Ma la differenza è poca, sulla carta: il numero di gazebo riservati ai ricciai a Su Siccu fanno rimpiangere i fasti del passato, e non sono ancora stati realizzati. Mancano gli allacci idrici ed elettrici, servirà quindi almeno qualche altro giorno prima di essere pienamente operativi. Ma l’aria che tira è che, folla dei primi giorni a parte, l’era dei ricci sia in fase di declino anche nel capoluogo sardo. Tra campagne ambientaliste e dati di esperti biologi, nei fondali si trovano sempre meno ricci, e questo è un problema che si va a sommare, naturalmente, alla minore richiesta di prodotto. Sui social non si leggono grossi proclami disperati di chi non ha ancora potuto gustare la prelibata polpa rossa e, nella pineta tra Bonaria e il mare, non si notano persone accampate in attesa del taglio del nastro dei gazebo.

Taglio del nastro che, anche se avvenisse domani, sarebbe comunque in ritardo rispetto al passato. Lo sa bene Michele Puddu, storico ricciaio: “So che alla fine dovremmo essere almeno in tre a vendere ricci”, dice. Di sicuro il suo è uno dei nomi che figura tra gli atti approvati dagli uffici delle Attività Produttive. Ma Puddu è chiaro: “La stagione termina il 5 maggio ed entro il sette dovremmo smontare tutto. Ma così facendo avremmo poco tempo a disposizione per lavorare e rientrare in tutte le spese, per questo motivo chiederemo una proroga delle concessioni”. Richiesta che, naturalmente, dovrà eventualmente essere approvata dal Comune. Da lì, dal palazzo, per il momento nessuno si espone, anche perchè la vera stagione di vendita del riccio non è ancora partita.

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