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Dramma a Uta, 49enne di Uras si toglie la vita: “I fragili non devono stare dietro le sbarre”

Tragedia in una delle celle del penitenziario sempre più affollato. L’uomo aveva già compiuto atti di autolesionismo, stavolta i soccorsi si sono rivelati inutili. La denuncia di Maria Grazia Calligaris: “Senza interventi concreti per chi ha problemi psichici temo che andremo incontro ad altri episodi simili”
La Redazione

Inizio d’anno tragico nella Casa Circondariale di Cagliari-Uta dove un detenuto di 49 anni si è tolto la vita impiccandosi. Nonostante l’immediato tentativo dei Medici del 118, allertati dagli Agenti, non c’è stato nulla da fare. A,R.O., originario di Uras, aveva più volte manifestato grave disagio con atti di autolesionismo per cui era costantemente monitorato. L’estremo atto, che ha suscitato vivo sgomento nell’Istituto, si è verificato nelle prime ore del mattino, intorno alle 5”. Lo rende noto Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione Socialismo Diritti Riforme ODV facendo osservare con amarezza che “il primo suicidio del 2025 nella Casa Circondariale riporta l’attenzione sulle gravi condizioni di sovraffollamento”.

“Non si può più tacere su quanto avviene nei nostri Istituti Penitenziari – sottolinea – dove persone fragili, nonostante l’impegno degli operatori, non possono stare dietro le sbarre. Occorrono serie iniziative per garantire il diritto alla salute in luoghi adeguati ai bisogni di chi è in difficoltà per problematiche psichiche. Senza un intervento concreto, temo che andremo incontro ad altri episodi drammatici

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