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Armando Bartolazzi, assessore regionale alla Sanità. Armando Bartolazzi, assessore regionale alla Sanità.

Bartolazzi: “La sanità in Sardegna ha toccato il fondo, non possiamo che migliorare”

Audizione dell’assessore in commissione sulla riorganizzazione della sanità isolana. Espressa anche “piena fiducia alla presidente Alessandra Todde, ci sono dei problemi amministrativi che saranno sicuramente risolti”
La Redazione
L'assessore regionale alla Sanità Armando Bartolazzi.

“Piena fiducia alla presidente Alessandra Todde, ci sono dei problemi amministrativi che saranno sicuramente risolti. Il mio compito è quello di occuparmi di sanità, per questo sono venuto in Sardegna”. L’assessore Armando Bartolazzi, scampato a una mozione di sfiducia presentata dall’opposizione nell’ultima seduta dell’Assemblea di fine dicembre, questa mattina ha varcato la sala della sesta commissione per l’audizione programmata dalla presidente del parlamentino Carla Fundoni (Pd).
    Oggetto: l’esame del testo del dl 40 sulla riorganizzazione del sistema sanitario, che contiene anche la previsione dei commissariamenti dei vertici delle aziende. Nella sua relazione ai commissari l’assessore, sollecitando l’impegno di tutto il Consiglio regionale “perché la sanità è di tutti”, ha sintetizzato le linee guida del disegno di legge di quella che ha continuato a definire “una riforma marcatamente funzionale, che nasce dalla raccolta dei dati che ho messo insieme sentendo i sindaci, gli stakeholders, i sindacati”.
    L’analisi: “Ho riscontrato nella sanità sarda molta disorganizzazione nella erogazione dei servizi ma è superabile. Siamo ultimi in Italia per quanto riguarda l’erogazione dei Lea, a fronte di notevoli risorse economiche a disposizione. Ho poi constatato che il territorio non parla con gli ospedali e le aziende ospedaliere. Abbiamo toccato il fondo e non si può che migliorare”.
    Sul commissariamento delle direzioni generali delle aziende sanitarie Barolazzi ha spiegato: “E’ funzionale ai miglioramenti che prevediamo e si farà se ci saranno i presupposti. E se ci saranno professionisti disposti a prendersi in carico un progetto difficile come questo”. Quanto ai tempi, l’assessore ha chiarito, rispondendo ai giornalisti conclusa l’audizione: “La riorganizzazione è importante. Le tempistiche normative e legislative non saprei dirle. Ma per quanto riguarda la possibilità di attivare la riforma, i tempi saranno medi lunghi, perché è una riforma sostanziosa”, ha precisato Bartolazzi che sulla presidente che lo ha voluto in Sardegna ribadisce la piena fiducia: “Ci sono dei problemi amministrativi che saranno sicuramente risolti”.

In attesa dei passi formali della Giunta per le elezioni, nelle sale delle commissioni del Consiglio regionale si lavora, partendo dalla Sanità. Ma i dubbi sono tanti e tra molti consiglieri prevale la linea attendista prima di compiere qualsiasi atto rilevante.

    Lo dice chiaramente l’opposizione con il capogruppo di Fdi, Paolo Truzzu, che ribadisce la linea: “Mi sembra assurdo che in un momento come questo ci si voglia impelagare in una riforma epocale della sanità e non si pensi, invece, a mettere in sicurezza i conti della Regione facendo rapidamente una finanziaria tecnica che ci lasci tranquilli. Perché oggi – precisa – nessuno di noi può dire che cosa succederà”.

    Anche per il capogruppo dei Riformatori, Umberto Ticca, “prima di affrontare un discorso così importante come quello della sanità, prima bisogna chiarire, e non sui giornali ma in Aula, la posizione sulla decadenza”.

  Antonello Peru, di Sardegna al centro 20 Venti, è per la strada della Manovra tecnica: “Questo è un momento delicato, si devono mettere in sicurezza i conti della Regione portando immediatamente in commissione prima e in Aula poi la legge finanziaria”.

    Dalla maggioranza del campo largo si insiste sula necessità di evitare comunque la paralisi. “Sarebbe inaccettabile – spiega il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus – che, dato il periodo problematico, le istituzioni regionali, quindi istituzioni di rango costituzionale, decidessero di incrociare le braccia. Questo non sarebbe tollerabile e non sarebbe neanche giusto”. Roberto Deriu, capogruppo del Pd, osserva: “Una volta che abbiamo accertato che il problema (dell’ordinanza, ndr) non ha dei confini certi, abbiamo ritenuto di far riprendere il lavoro di tutte le commissioni, dell’intero Consiglio, perché oggettivamente non si può sospendere la vita istituzionale per un tempo indefinito”.

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