Decimoputzu, morto il chitarrista di strada Marcello Anoffo
Decimoputzu si è svegliata oggi con una notizia che ha colpito nel profondo l’intera comunità: Marcello Anoffo è morto a 48 anni. La notizia ha iniziato a circolare nelle prime ore della giornata e ha trovato subito conferma nelle parole commosse di chi lo conosceva da sempre. Il paese si stringe attorno al suo ricordo e alla sua storia, fatta di fragilità, dignità e relazioni autentiche.
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Marcello ha affrontato la vita con un peso enorme sulle spalle. Ha perso entrambi i genitori all’età di otto anni e ha dovuto crescere senza una famiglia tradizionale. Nonostante questo vuoto, ha costruito nel tempo una rete di affetti che ha coinvolto l’intero paese.
Una vita segnata dalla resilienza
Le fonti dell’amministrazione comunale raccontano un uomo che non ha mai vissuto nell’abbandono. I servizi sociali del Comune lo hanno seguito con continuità e hanno garantito a Marcello un tetto e un sostegno concreto nei momenti più difficili. Il rapporto con gli operatori si è basato su fiducia e rispetto reciproco, elementi che hanno permesso a Marcello di mantenere una sua autonomia.
Per vivere, Marcello si arrangiava come chitarrista di strada. La musica rappresentava per lui una forma di espressione e di contatto umano. Con la chitarra tra le mani, animava le vie del paese e regalava canzoni, sorrisi e parole gentili. Non cercava clamore, ma condivideva quello che aveva.
“Era un amico di tutti”
Chi parla di Marcello Anoffo utilizza sempre le stesse parole: gentilezza, disponibilità, umanità. “Era un amico di tutti”, ripetono in molti a Decimoputzu. Marcello salutava chiunque incontrasse, si fermava a chiacchierare e ascoltava senza giudicare. Il paese lo considerava una presenza familiare, quasi un punto fermo della quotidianità.
Nonostante le difficoltà, non ha mai perso la capacità di stare tra la gente. La sua storia personale non lo ha isolato, ma lo ha reso parte integrante della comunità. Ogni angolo del paese conserva un ricordo legato alla sua musica o a una conversazione improvvisata.
Il ricordo che resta
Oggi Decimoputzu non ricorda solo una scomparsa, ma celebra una vita che ha lasciato un segno profondo.